Come è stato strutturato il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso adottato dal Ministero del Lavoro D.M. n. 221 del 19 dicembre 2022 ?

L’obiettivo principale del Piano è quello di combattere il lavoro sommerso in Italia, attraverso una serie di azioni che andremo a vedere una per una nei prossimi paragrafi.

Una di queste, quella che probabilmente interessa maggiormente i nostri lettori, è l’introduzione di misure indirette per trasformare il lavoro nero in lavoro regolare.

L’obiettivo è quello di far sì che i benefici della regolarizzazione dei badanti superino i costi che portano molti datori di lavoro a operare nel sommerso.

Si stima, infatti, che nelle famiglie che usufruiscono delle badanti e del lavoro domestico (colf), si concentri un lavoratore irregolare ogni quattro.

La prima misura di cui parliamo è un Bonus badanti, che verrà erogato in funzione dell’ISEE familiare (decrescente al crescere dell’ISEE), finalizzato a coprire una parte del costo delle famiglie.

Il bonus dovrebbe essere mensile, sfruttando l’esperienza dell’assegno unico universale.

Ovviamente aspettiamo i decreti attuativi per avere tutte le informazioni sugli importi del Bonus. Andiamo a vedere quali saranno le altre novità 2023.

Indennità di accompagnamento

Oggi, questo sussidio viene erogato senza alcun vincolo di utilizzo e senza limiti di età e reddito a persone non autosufficienti.

Il settore delle badanti e del lavoro domestico è coinvolto anche e soprattutto dove sono presenti queste categorie di persone, per cui il Piano prevede un “utilizzo più mirato dell’indennità”.

Non è ancora noto, con precisione, ma è probabile che l’accompagnamento si sdoppi nel prossimo anno e che si possa scegliere tra sostegno economico e assistenza diretta.

Si tratta delle linee guida contenute nel disegno di legge delega sull’autosufficienza, alle quali probabilmente si è rifatto il Ministero del Lavoro per elaborate la parte relativa al lavoro domestico nelle famiglie in cui sono presenti disabili gravi.

Quali potrebbero essere i cambiamenti sull’indennità di accompagnamento? 

L’indennità di accompagnamento 2023 sarà molto diversa da quella che è adesso. Le persone non autosufficienti avranno innanzitutto la possibilità di scegliere tra sostegno economico o assistenza diretta, anche se il Governo punta soprattutto a prediligere la seconda: ecco perché sono previsti maggiori interventi sull’assistenza.

In quest’ottica, verranno attuati dei cambiamenti anche sulla prestazione economica, di cui ancora non abbiamo informazioni chiare, ma che dalle linee guida del disegno di legge delega sull’autosufficienza possiamo immaginare.

In questo approfondimento cerchiamo di capire cosa avverrà e come cambia l’indennità di accompagnamento 2023.

Anche in questo caso, comunque, restiamo in attesa di conoscere tutti i dettagli definitivi della misura.

Le novità non sono finite per il 2023: troviamo infatti anche gli sconti fiscali, la semplificazione del Libretto di Famiglia e il ripristino di Voucher e Buoni lavoro.

l’aumento degli sconti fiscali. Attualmente è prevista la deduzione fiscale dei contributi pagati per colf e badanti fino a 1.549,36 euro all’anno.

La deduzione, quindi, copre i contributi pagati per un domestico non convivente a circa 20 ore settimanali, cioè il 10-15% del costo della famiglia.

In altri Paesi, questa percentuale è molto più alta. In Francia, ad esempio, arriva al 50%.

Anche in questo caso, non sappiamo quale sarà nel dettaglio la percentuale applicata: siamo in attesa di conoscerla.

Per finire, il Piano propone la riforma delle procedure dei lavoratori domestici, semplificando il Libretto di Famiglia e ripristinando, limitatamente a datori di lavoro e cittadini privati e famiglie, l’utilizzo dei Voucher o Buoni lavoro, per riportare nella legalità le prestazioni abitualmente svolte in nero.

Ma come intende attuare il Governo la sua lotta al lavoro sommerso in Italia?

Abbiamo visto come il Bonus badanti mensile e novità dal 2023 sono tra le misure che il Ministero del Lavoro intende concretizzare per diminuire di almeno 2 punti percentuali entro il 2025 il lavoro sommerso.

Insieme a queste misure, il Governo prevede un lavoro di ispezione attraverso:

  • la creazione di reti interistituzionali di cooperazione, anche informatica, tra gli attori in campo, grazie anche a un’unica banca dati (il Portale Nazionale del Contrasto al lavoro sommerso);
  • una più attenta pianificazione dell’attività di vigilanza da parte di una Task force nazionale che si muoverà sulle direttive del Ministero del Lavoro;
  • l’incremento dei controlli in base agli Indicatori Sintetici di Affidabilità Contributiva (ISAC). Si tratta, in sostanza, di un sistema messo in campo principalmente dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate, che indica quanto sia affidabile un contribuente e quanto, in base alla sua affidabilità, possa essere classificato come rischioso o meno, per poi essere soggetto ad azioni di controllo più o meno intense. In questa attività saranno coinvolte anche altre istituzioni come Guardia di FinanzaAgenzia delle DoganeSOSE e INL;
  • una campagna di sensibilizzazione e informazione a 360° sui rischi del lavoro irregolare per le famiglie che usufruiscono del lavoro domestico;
  • rilevanza alle politiche attive per contrastare il lavoro irregolare, tramite l’avvio di un’attività sperimentale di politica attiva rivolta ai lavoratori più fragili per prevenire la loro “cattura” nell’ambito del lavoro irregolare.

In conclusione, mettiamo a tua disposizione il testo integrale (PDF) del Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso

e il testo del Decreto Ministeriale n. 221 del 19 dicembre 2022 (PDF) che lo ha adottato.

Di Diritti del malato

movimento per il sostegno del malato attraverso il miglioramento del sistema sanitario.

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