Dislessia

Generalità

La dislessia è la difficoltà di leggere e scrivere in modo corretto e fluente, che emerge classicamente all’inizio della scolarizzazione e che si mantiene per tutta la vita.   

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Le cause della dislessia sono un aspetto ancora poco chiaro. Sull’argomento, tuttavia, esistono numerose teorie; tra queste, la più attendibile ritiene che la dislessia dipenda dall’anomala espressione di alcuni geni correlati al linguaggio e alla capacità di lettura.
La dislessia si palesa in modo inequivocabile al sopraggiungere dell’età scolare; in realtà, però, questo disturbo specifico dell’apprendimento dà dimostrazione di sé anche in età prescolare, ma i segnali non sono sempre chiari (specie a un occhio inesperto).
La diagnosi di dislessia prevede un iter di indagini articolato, volto a escludere altri disturbi e a stabilire l’esatta gravità della disabilità.
Attualmente, il soggetto affetto da dislessia può contare su diverse strategie di supporto; sebbene non consentano la guarigione, queste strategie di supporto permettono di colmare in modo importante le difficoltà di lettura e scrittura.

Cos’è la Dislessia?

Cos’è la Dislessia: il Significato

La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento, che emerge classicamente all’inizio della scolarizzazione e incide sulla capacità di leggere, e talvolta pure di scrivere, in modo corretto e fluente.
Il dislessico, pertanto, è una persona con difficoltà di lettura e, talora, di scrittura.
La dislessia non è una malattia, ma una disabilità; la dislessia, inoltre, non deve essere confusa con l’alessìa (o dislessia acquisita), che è la condizione risultante dalla perdita (successiva, per esempio, a un trauma cerebrale) delle capacità cognitive necessarie alla lettura.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: Cosa Sono?

ShutterstockBambina affetta da discalculia.

Conosciuti anche con la sigla DSA, i disturbi specifici dell’apprendimento sono quelle disabilità che intaccano le capacità utili a un individuo per l’apprendimento, come per esempio la scrittura, la lettura e il calcolo, e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.

Nell’elenco dei disturbi specifici dell’apprendimento, oltre alla dislessia, figurano:

  • La disortografia, che è l’incapacità di tradurre correttamente il linguaggio parlato in linguaggio scritto,
  • La disgrafia, che è la difficoltà di scrittura di lettere e numeri,e
  • La discalculia, che è la difficoltà di calcolo.

La Dislessia è un Disturbo Permanente?

La dislessia è una condizione permanente, quindi che dura per tutta la vita.
Tuttavia, grazie ai moderni metodi di supporto, oggi, gli individui dislessici hanno tutte le possibilità di condurre una esistenza normale.

Miti da Sfatare sulla Dislessia

È opinione alquanto diffusa che la dislessia sia un’espressione di scarsa intelligenza o pigrizia.
Questa idea è del tutto infondata e inesatta: studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che gli individui dislessici possiedono un’intelligenza nella media e hanno le stesse probabilità di successo, in ambito scolastico/lavorativo, dei soggetti non dislessici.

Lo sapevi che…

Il grande regista cinematografico Steven Spielberg e la nota attrice Whoopi Goldberg soffrono di dislessia.
Ciò conferma quanto detto poc’anzi: la dislessia non è espressione di scarsa intelligenza o di poca propensione al lavoro.

Epidemiologia: Quanto Comune è la Dislessia?

L’esatta incidenza della dislessia è ignota; secondo alcune stime, tuttavia, sembrerebbe che a soffrire di dislessia sia tra il 5 e il 17% della popolazione generale.

È da segnalare che, in base a fonti anglosassoni, nel Regno Unito, sarebbero affetti da una forma di dislessia 2 individui ogni 20.

La diagnosi di dislessia è più comune nei maschi, il che indurrebbe a pensare che quest’ultimi siano più predisposti, rispetto alle femmine, alla problematica in questione; il condizionale, però, è d’obbligo, in quanto esistono diverse ricerche che riportano come la dislessia riguardi con la stessa frequenza uomini e donne.

Cause

Dislessia: le Cause

Le cause della dislessia sono un aspetto ancora poco chiaro di questo disturbo specifico dell’apprendimento.
Sull’argomento, tuttavia, esistono numerose teorie; tra queste, la più attendibile ritiene che la dislessia dipenda dall’anomala espressione di alcuni geni.

Teoria dell’Origine Genetica della Dislessia

L’idea che la dislessia possa dipendere dall’anormale espressione di alcuni geni si basa su un paio di importanti osservazioni scientifiche; in particolare, trae origine da:

  • La dimostrazione che esistono diversi geni associati alle capacità di lettura e linguaggio, e che l’alterata espressione di questi geni comprometta la funzione di quelle aree cerebrali correlate al saper leggere e al saper abbinare correttamente le lettere ai suoni corrispondenti;
  • L’evidenza che, in molti casi, chi soffre di dislessia è membro di una famiglia, in cui questo disturbo specifico dell’apprendimento è ricorrente (cioè altri membri ne sono affetti), come se fosse una sorta di disabilità ereditaria.

Curiosità: i Geni connessi alla Dislessia

Alcuni dei geni, la cui espressione anomala è associata alla dislessia, sono DCDC2KIAA0319 e DYX1C1; i primi due risiedono sul cromosoma 6 del genoma umano, mentre il terzo sul cromosoma 15.

Cosa capita al Dislessico quando legge?

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Nell’affrontare una lettura, i dislessici hanno difficoltà a collegare le lettere ai suoni corrispondenti, il che comporta un’incapacità nel creare le parole derivanti dai suddetti suoni.
In altre parole, non riuscendo a tradurre con il suono corrispondente le lettere, l’individuo affetto da dislessia fatica, durante la lettura di un testo, a scandire gli insiemi di lettere costituenti le parole.

Confrontando i dislessici con le persone normali (cioè non affette da dislessia), queste, quando imparano a leggere, non riscontrano alcuna difficoltà nel correlare le lettere al suono corrispondente, così come non hanno alcun problema a mescolare i suoni delle lettere al fine di pronunciare le parole.

La dislessia altera:

  • La capacità di connettere le lettere dell’alfabeto a un suono ben preciso. Questa capacità è alla base della lettura. L’essere umano la apprende nel momento in cui impara l’alfabeto della propria lingua madre.
  • La capacità di decodifica di un testo. Per decodificare un testo, è essenziale riuscire a dare un senso alle parole che il suddetto testo presenta. Se manca questa capacità, capire il senso di un insieme di parole (anche una frase molto semplice) può risultare assai complesso.
  • La capacità di riconoscere le parole alla vista, con un veloce colpo d’occhio. Questa capacità riguarda i termini familiari, che un individuo ha già incontrato in altri testi.
    Faticando a leggere le singole parole, gli individui dislessici non riescono a crearsi una vocabolario di termini familiari, riconoscibili con una rapida occhiata. 
  • La scorrevolezza della lettura. Leggere in maniera fluente dipende dalle precedenti capacità.
    La scorrevolezza della lettura è un elemento cardine per comprendere appieno il significato del testo scritto.

Attività Cerebrale nella persona Dislessica

Dipendente o meno dalla genetica, la dislessia è con molta probabilità correlata a un’attività cerebrale insolita.
La conferma di ciò arriva da diversi studi scientifici sull’attività del cervello dei dislessici, studi da cui è emerso che:

  • L’emisfero sinistro del cervello, il quale normalmente è l’emisfero che governa la capacità di scrittura e lettura, e il saper parlare, è meno attivo del normale;
  • L’emisfero destro del cervello è più attivo del normale, come se dovesse compensare le mancanze dell’emisfero cerebrale sinistro;
  • Il lobo frontale del cervello è più attivo che nelle persone normali;
  • Il lobo temporale sinistro, che è l’area cerebrale che dirige l’elaborazione fonologica (ossia l’elaborazione delle parole) e la percezione e interpretazione dei suoni, è meno attivo che nelle persone normali (il che è in linea con il primo punto);
  • Il corpo calloso presenta dimensioni diverse dalle misure standard;
  • Sussiste una ridotta capacità di memoria verbale e denominazione verbale

Sintomi e Complicazioni

Dislessia: Sintomi e loro prima comparsa

Ogni individuo affetto da dislessia costituisce un caso a sé stante; la dislessia, infatti, può indurre, in alcuni pazienti, sintomi e segni che, in altri pazienti, non provoca o sono decisamente meno accentuati.

Le difficoltà di lettura e di comprensione del testo rappresentano le manifestazioni principali e più caratteristiche della dislessia; a queste possono aggiungersi, a seconda del paziente considerato, problemi nello scandire chiaramente le parole, nello scrivere, nello strutturare un discorso lineare durante le conversazioni, nell’utilizzare le parole giuste per indicare gli oggetti o gli esseri animati ecc.

La dislessia si manifesta in modo lampante, con sintomi e segni, quando il paziente comincia a frequentare le scuole elementari, quindi in età scolare; in realtà, però, questo disturbo specifico dell’apprendimento dà dimostrazione di sé anche prima dell’inizio delle scuole, con segnali non sempre chiari a un occhio inesperto.  

Come Riconoscere la Dislessia in Età Prescolare: i Sintomi Tipici

In età prescolare, i tipici sintomi e segni della dislessia consistono in:

  • Ridotta capacità di riconoscimento e memorizzazione delle lettere dell’alfabeto;
  • Difficoltà con filastrocche e frasi in rima;
  • Scarsa capacità di costruzione delle frasi;
  • Scarsa conoscenza delle parole (vocabolario ridotto) e dei loro significati;
  • Difficoltà ad apprendere nuove parole;
  • Difficoltà di pronuncia, specie nei confronti delle parole più lunghe;
  • Ritardo nello sviluppo del linguaggio.

Come Riconoscere la Dislessia in Età Scolare: I Sintomi Tipici

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Come affermato in precedenza, al sopraggiungere dell’età scolare (cioè quando comincia la frequentazione della scuola elementare), il soggetto dislessico manifesta in modo inequivocabile tutte le sue difficoltà nei confronti della lettura e, talvolta, della scrittura.

Nello specifico, l’elenco dei tipici sintomi e segni della dislessia agli inizi della scolarizzazione comprende:

  • Difficoltà nel leggere e scandire le parole (il cosiddetto “spelling“);
  • Incertezza nell’utilizzo delle sillabe;
  • Difficoltà nell’utilizzo della grammatica appropriata;
  • Lentezza nella lettura e difficoltà nella lettura a voce alta;
  • Incapacità o capacità ridotta di apprendere i nomi delle lettere e i suoni che le rappresentano;
  • Difficoltà di scrittura o lentezza nella scrittura;
  • Sostituzioni o elisioni di lettere (es: confusione tra “b” e “d”);
  • Difficoltà nell’imparare parole nuove;
  • Estrema difficoltà nell’attenersi a delle indicazioni scritte;
  • Disturbi visivi durante la lettura (ad alcuni dislessici pare che, durante la lettura di un testo, le lettere si muovano);
  • Brutta grafia;
  • Errori nel conteggio dei numeri da 0 a 20;
  • Errori nel passaggio dalla pronuncia alla scrittura dei numeri da 0 a 20;
  • Difficoltà nel calcolo a mente.

Le difficoltà nel leggere inducono il bambino dislessico a interrompere la lettura; ciò compromette il suo apprendimento e i suoi risultati scolastici.

Dislessia nell’Età Adolescenziale e Dislessia in Età Adulta: i Sintomi

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Come riportato all’inizio, la dislessia è un disturbo che dura tutta la vita, quindi non si limita agli anni della prima scolarizzazione.
In età adolescenziale e successivamente in età adulta, l’individuo dislessico manifesta, in aggiunta alle difficoltà di lettura e alle eventuali di scrittura, problematiche, quali:

  • Difficoltà nel prendere appunti o nel copiare un testo scritto;
  • Scarsa capacità o incapacità vera e propria di pianificare la stesura di un tema, una lettera, una relazione lavorativa ecc.;
  • Difficoltà nel riportare per iscritto le conoscenze personali (es: i dislessici sono incapaci di rispondere per iscritto alle domande, sebbene sappiano esattamente qual è la risposta);
  • Problemi di ortografia;
  • Difficoltà nel ricordare i codici PIN, i numeri di telefono e simili;
  • Estrema difficoltà nell’imparare lingue straniere

Con la crescita, inoltre, il soggetto affetto da dislessia prende coscienza delle proprie disabilità e ciò lo porta ad adottare, in pubblico, una serie di comportamenti, che gli evitino l’imbarazzo di esibire apertamente le proprie problematiche; per esempio, evita di leggere di fronte ad altre persone; evita tutte quelle situazioni che potrebbero costringerlo a leggere in pubblico; evita di dover scrivere qualcosa che può riferire tranquillamente a voce.

Si ricorda ai lettori che, dal punto di vista intellettivo, le persone con dislessia sono del tutto normali.

Disturbi Associati alla Dislessia

Per motivi ancora sconosciuti, la dislessia è spesso associata a:

  • Discalculia (difficoltà nella scrittura di lettere e numeri);
  • Disgrafia (difficoltà di calcolo);
  • Scarsa capacità di memoria a breve termine;
  • Disturbo dell’elaborazione uditiva centrale;
  • Disprassia (consiste, sostanzialmente, in problemi di coordinazione fisica);
  • Scarsa capacità di organizzazione del tempo a disposizione;
  • Deficit di attenzione e iperattività (ADHD).

Le ragioni della comune associazione tra la dislessia e una o più delle problematiche suddette sono oggetto di studio.Per approfondire:ADHD: Cos’è? Cause, Sintomi, Diagnosi e Terapia

Complicazioni

In assenza di un supporto adeguato, gli individui con dislessia possono sviluppare una forma di depressione, conseguente al fatto di sentirsi, per certi versi, “diversi” dalle persone normali, che riescono a leggere e scrivere senza problemi, che riescono a trovare più facilmente un lavoro ecc.
Questa depressione può avere un impatto negativo considerevole sulla vita del dislessico; per esempio, può portarlo a isolarsi, a rinunciare alla ricerca di un lavoro ecc.

Diagnosi

Come capire se un bambino è Dislessico

In genere, la diagnosi di dislessia coinvolge un team di professionisti (tra cui medici, psicologi ed esperti in disturbi specifici dell’apprendimento) e si suddivide in tre tappe principali.

  • Prima tappa (o step 1). Consiste in un esame obiettivo, finalizzato alla valutazione delle condizioni di salute dell’individuo sospettato di soffrire di dislessia.
    In queste fase, ai fini diagnostici, sono particolarmente significativi i test visivi e acustici; il diagnosta (di norma un pediatra), infatti, ha il dovere di chiarire se le difficoltà di lettura e scrittura, manifestate dall’esaminato, sono o meno da imputarsi a un qualche problema di vista o di udito. 
    Se vista e udito sono normali, l’ipotesi dislessia si fa ancora più concreta.

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  • Seconda tappa (o step 2). Consiste nella consultazione di uno specialista in disturbi specifici dell’apprendimento.
    Tale specialista provvede a sottoporre il sospetto caso di dislessia ad alcune specifiche prove, per capire effettivamente quali capacità sono compromesse e quali non; in termini pratici, valuta le abilità dell’esaminato, mediante test di lettura, di scrittura, di comprensione di un testo, di intelligenza e di calcolo.
    Dall’esito di queste prove dipende gran parte della diagnosi definitiva.
    È da segnalare che, nel caso di pazienti giovani (maggior parte delle circostanze), lo specialista coinvolge anche i genitori, chiedendo loro una valutazione dei punti di forza e delle lacune dei figli, al fine di avere un termine di paragone rispetto alle sue rilevazioni. 
  • Terza tappa (o step 3). Consiste nella considerazione complessiva di tutto ciò che i test precedenti hanno portato alla luce.
    In questa fase, medici e specialisti collaborano, si scambiano opinioni e stilano la diagnosi di dislessia, nel caso in cui si tratti effettivamente di questo disturbo specifico dell’apprendimento.
    Inoltre, è sempre in questa fase che assegnano all’esaminato un giudizio relativo alle sue capacità e stabiliscono il programma di supporto più indicato alle problematiche in atto.

Dislessia: i Test per la Diagnosi

  • Test di valutazione delle abilità di lettura e scrittura;
  • Valutazione dei vocaboli conosciuti e il grado di sviluppo delle proprietà di linguaggio;
  • Valutazione della memoria;
  • Valutazione del ragionamento logico;
  • Stima della velocità di assimilazione delle informazioni visive e sonore;
  • Valutazione dei metodi di apprendimento.

Diagnosi di Dislessia: a quale Età avviene?

Per i disturbi specifici dell’apprendimento, i medici hanno stabilito un’età minima per la diagnosi. Questa età rappresenta una sorta di limite, prima del quale ogni conclusione potrebbe risultare inesatta o inappropriata, a causa di una serie di fattori, tra cui per esempio un ritardo dello sviluppo di natura non patologica ecc.
Nel caso della dislessia, l’età minima per la diagnosi è 8 anni, ossia al termine della seconda elementare.

Lo sapevi che…

In Italia, salvo accordi speciali tra lo Stato e determinate Regioni, le sole figure professionali con la qualifica a formulare la diagnosi di dislessia sono i medici e gli psicologi.

Diagnosi di Dislessia negli Adulti

Gli adulti che ritengono di soffrire di una forma di dislessia mai diagnosticata possono sottoporsi a dei test specifici, che aiutano a chiarire definitivamente la situazione.
Per sapere come sottoporsi a questi test, devono rivolgersi al proprio medico curante.

Lo sapevi che…

Oggi, gli insegnanti elementari hanno un’attenzione decisamente maggiore, rispetto al passato, nei confronti dei bambini con disabilità come la dislessia; questo spiega perché, attualmente, le diagnosi di dislessia sono di più di un tempo e perché ci sono adulti che non sanno di essere dislessici.

Strategie di Supporto

Dislessia: esiste una Terapia?

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Prima di analizzare nel dettaglio le strategie di supporto per chi soffre di dislessia, è doveroso sottolineare alcuni concetti fondamentali di questa problematica.

Come gli altri disturbi specifici dell’apprendimento, la dislessia è una disabilità permanente e non è una malattia; pertanto, parlare di terapie e tecniche di trattamento è inesatto e potrebbe indurre qualche lettore a ritenere possibile il conseguimento della guarigione.

Tuttavia, se è vero che la guarigione è impossibile, è altrettanto vero che è possibile un miglioramento: con il sostegno appropriato, la persona affetta da dislessia può colmare le proprie lacune e imparare delle tecniche che lo aiutino nella lettura e nella scrittura.

Sebbene non sarà mai in grado di acquisire le capacità di lettura di una persona sana, oggi, il dislessico può migliorare notevolmente la propria disabilità.

Strategie di Supporto per la Dislessia

Oggi, gli individui con dislessia possono contare su diversi metodi di supporto, i cui obiettivi finali sono:

  • Permettere lo studio e
  • Consentire l’apprendimento, indipendentemente dalle difficoltà di lettura, scrittura ecc.

Pensati da medici e specialisti, questi metodi di supporto sono, di fatto, delle strategie per la compensazione dei vari deficit presenti.
In termini pratici, le strategie di supporto per dislessici consistono nei cosiddetti interventi educativi e nell’utilizzo di strumenti tecnologici più o meno avanzati, che prendono il nome di strumenti compensativi (“compensativi” perché compensano le lacune del paziente).

Interventi Educativi per la Dislessia

Gli interventi educativi sono programmi d’insegnamento, finalizzati al miglioramento di svariate capacità, tra cui:

  • La capacità di connettere ciascuna lettera dell’alfabeto a un suono ben specifico;
  • La capacità di leggere;
  • La capacità di comprendere ciò che riporta un testo scritto; 
  • La capacità di far proprie le parole incontrate durante la lettura, in modo tale da creare un vocabolario di termini familiari.

A occuparsi dei cosiddetti interventi educativi, sono insegnanti con una preparazione specifica in materia di dislessia e, più in generale, di disturbi specifici dell’apprendimento.

Lo sapevi che…

In genere, gli insegnanti che si occupano degli interventi educativi contro la dislessia lavorano con un paziente per volta (lezioni individuali o lezioni one-to-one) o con un gruppo ristretto di pazienti.
Ciò trova giustificazione nel fatto che ogni individuo dislessico rappresenta un caso a sé stante, che merita uno specifico supporto (che su un altro soggetto potrebbe risultare poco efficace).

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Strumenti Compensativi per la Dislessia

Gli strumenti compensativi indicati in caso di dislessia consistono, principalmente, in software e dispositivi per PC, che sfruttano le tecniche di sintesi vocale, l’idea di mappa concettuale e la tecnologia dei libri digitali e delle lavagne interattive multimediali.
Lo scopo di questi strumenti compensativi – il cui utilizzato deve essere comunque combinato a un appropriato percorso di studio e a una didattica adeguata – è compensare le disabilità del paziente dislessico.
Per dare un’idea dell’importanza che hanno per un dislessico questi strumenti compensativi, gli esperti in materia di dislessia tendono a definirli “come gli occhiali per una persona miope“.
In Italia, l’utilizzo degli strumenti compensativi, come supporto per le persone con dislessia, è previsto anche per legge (per la precisione, la legge 170/2010).

Nota importante

Gli strumenti compensativi non rappresentano né una facilitazionené un vantaggio; infatti, non rendono meno oneroso lo studio di una materia e non pongono il dislessico che ne fa uso in una condizione privilegiata rispetto agli altri (che non li utilizzano).

Strategie di Supporto per gli Adulti con Dislessia

Diversamente da quanto accade in altri Paesi dell’Europa (es: Inghilterra), in Italia, gli adulti con dislessici hanno più difficoltà ad accedere alle misure di supporto, le quali, peraltro, corrispondono a quelle previste per i dislessici di giovane età.
Ciò ha ripercussioni sulla possibilità di un dislessico adulto di trovare lavoro e mantenerlo.

I dislessici adulti che fin da bambini hanno seguito un appropriato programma di supporto si ritrovano ad aver migliorato una parte importante delle loro disabilità.

Prognosi

Dislessia: si guarisce?

Come ribadito in più di una circostanza, la dislessia è una condizione permanente; oggi, tuttavia, grazie alle moderne tecniche di supporto, i dislessici riescono a colmare molte delle loro lacune.