NUOVA NORMA PER I VEICOLI ELETTRICI NEI PARCHEGGI SOTTERRANEI

L’ipotesi di parcamento e suddivisione delle auto in base alla tipologia è quella più probabile, se si considera che già la suddetta circolare stabiliva delle linee guida generiche sul tema. Al paragrafo 4 – Indicazioni per le autorimesse pubbliche: “Qualora le autorimesse si sviluppino su più piani o siano suddivise in compartimenti, l’area/settore per l’installazione delle infrastrutture di ricarica deve essere localizzata nel piano e/o nel compartimento che possa garantire le condizioni migliori per l’operatività antincendio. Ad esempio, si deve privilegiare il piano di riferimento ovvero il piano fuori terra a quota inferiore ovvero il piano interrato a quota superiore. Tuttavia si trattava solo di indicazioni. Come ci spiega l’ing. Mazzaro, attualmente è attivo un gruppo di lavoro, avviato ad ottobre del 2021, che sta portando avanti un lavoro pre-normativo che aiuterà a riscrivere le norme per la sosta delle auto elettriche (e non solo) nei parcheggi sotterranei. Alla definizione della nuova norma, ci spiega Mazzaro, si arriverà nei tempi tecnici di 9-12 mesi (quindi forse già entro l’estate) in seguito a studi attualmente in corso tra diverse realtà, anche universitarie, e alle sperimentazioni in corso al Centro Studi ed Esperienze dei vigili del fuoco. Il rilascio della nuova norma tecnica di prevenzione incendi per le attivita’ di autorimessa prevede prima scambi d’informazioni a livello europeo e, ovviamente, l’intervento della politica.

IL GRUPPO DI LAVORO PER LA RISCRITTURA DELLE NORME

Al divieto delle auto elettriche nei parcheggi sotterranei si arriverà (eventualmente) solo se emergerà un rischio dagli studi che sta conducendo il gruppo di lavoro e le valutazioni basate sulle informazioni tecniche dei regolamenti europei. Riguardo alle autorimesse, ad esempio, il parametro di riferimento attuale sono 12 minuti come tempo medio di propagazione di un incendio da un’auto all’altra. La nostra inchiesta aveva scoperto però che un’auto elettrica è in grado di propagare l’incendio ad altri veicoli adiacenti in pochi minuti“Questo valore è un dato medio riferito a tutto il parco auto circolante, tuttavia man mano che il parco circolante cambia, il valore si sposta. Ma noi, ad oggi, ci dobbiamo rifare ai regolamenti europei, spiega Mazzaro.

“Le valutazioni che i VV.F. stanno facendo riguardano il rischio legato a tutti i vettori energetici, quindi idrogeno, GNL, etcQueste sperimentazioni vedono i Vigili del Fuoco impegnati in attività sinergiche con ENEA, CUNA e diverse Università, non solo per fare una valutazione dei rischi, ma anche per trovare una soluzione estinguente efficace su un’ampia tipologia di veicoli”. Ad oggi l’unica soluzione più efficace, quella di usare molta acqua (sino a 30.000 litri), si rivela poco pratica in determinati contesti, specialmente in piccoli parcheggi sotterranei, officine, etc.

Se a seguito delle valutazioni che stiamo conducendo ci rendiamo conto che c’è un problema, senza timori lo segnaleremo a chi di competenza, ma le decisioni finali in merito ad eventuali divieti da inserire nella nuova norma restano in capo alla politica. Non è di nostra competenza prevedere divieti”. 

3,5 MILIONI PER UN LABORATORIO SULLA MOBILITA’ ELETTRICA

“Lo sprinkler non riuscirebbe a spegnere neppure l’incendio di un’auto normale, perché il sistema è un ‘fire control’ che deve evitare la propagazione dell’incendio, afferma Mazzaro. “Inoltre utilizzare 30 mila litri di acqua è inconcepibile. Ecco perché stiamo testando diverse sostanze innovative estinguenti come la vermiculite. Il Corpo dei Vigili del Fuoco sta anche attrezzando un laboratorio dedicato esclusivamente alla mobilità elettrica, nell’ambito di un progetto finanziato del valore di 3,5 milioni di euro“Inizieremo a fare altri test sulle batterie, apparati elettrici e anche test di risposta all’emergenza”, ci spiega Mazzaro anticipandoci che la struttura dovrebbe essere operativa già da quest’anno ed il finanziamento durerà 3 anni. “Siamo consapevoli che c’è un rischio e stiamo cercando di intervenire con valutazioni e studi sulla compartimentazione e altro”, aggiunge Mazzaro. “E’ una valutazione che riguarda in modo sinergico più enti e non solo i VV.F. Con piacere vi inviteremo a vedere in anteprima il nostro laboratorio, perché dobbiamo fare squadra per la sicurezza di tutti”.

QUANTI VIGILI HANNO RICEVUTO FORMAZIONE? NON SI SA

Quanti sono i vigli del fuoco oggi preparati ad intervenire in modo specifico sulle auto elettriche e Ibride“Tutto il personale VV.F. ha di base una formazione specifica sul rischio elettrico”, ci spiega l’ing. Luca Cari, Responsabile della Comunicazione in Emergenza dei Vigili del Fuoco. “La gestione dello spegnimento di un incendio di auto elettriche rappresenta un settore innovativo per il quale il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ha da tempo avviato un’attività di studio e approfondimento”. Cari aggiunge che “per preparare il nostro personale ad intervenire in caso di incidente è stato redatto il Manuale operativo incidenti stradali contenente, tra l’altro, link e QR code collegati a brevi filmati esplicativi, inviato dalla Direzione centrale per l’Emergenza a tutte le strutture centrali e territoriali del Corpo a giugno dello scorso anno. In tale manuale è stato previsto anche uno specifico paragrafo riguardante gli ‘Interventi su veicoli ibridi ed elettrici’, nel quale sono state fornire informazioni circa le caratteristiche delle autovetture elettriche o ibride e le accortezze che il personale operativo deve adottare per lavorare in sicurezza. Possiamo dire, dunque, che tutto il personale è stato informato (nota bene, solo informato, non formato ndr) circa i rischi connessi agli interventi su queste autovetture. Inoltre, sono state autorizzate dalla Direzione centrale per la Formazione iniziative formative di carattere sperimentale che forniranno, tra l’altro, un riscontro circa l’accresciuta conoscenza sull’argomento a seguito della diffusione del manuale stesso“.

Ad una più specifica domanda sul numero di vigili realmente formato, la risposta non è mai giunta. Un ex istruttore dei vigili del fuoco ci ha rivelato che “le attività di formazione sono gestite a livello nazionale di concerto con le direzioni regionali, ma poi dipende anche dalla volontà dei singoli comandanti“. Comandanti che, almeno per fortuna, sono stati formati lo scorso anno (circa 150 uomini, su 30.000 vigili del fuoco). Tuttavia starebbe a loro poi organizzare le attività di formazione “a cascata”, senza limitarsi ad inviare comunicazioni interne solo per informare gli operativi sul territorio e lasciando alla volontà dei singoli l’aggiornamento. Il solo manuale operativo rilasciato l’anno scorso, ad esempio, è di oltre 260 pagine… senza dimenticare che le competenze dei vigili del fuoco sono tantissime ed il loro lavoro sul territorio è costante. In attesa delle nuove norme sul parcheggio delle auto elettriche nei parcheggi sotterranei, e sapendo che il COVID ha rallentato tantissime attività in presenze, ci auguriamo che la formazione sul tema arrivi al più presto a tutti.

IL CONVEGNO DEI VIGILI DEL FUOCO CHE HA SOLLEVATO I NUOVI RISCHI DOVUTI ALLE AUTO ELETTRICHE ED IBRIDE

In questo importante incontro, avvenuto lo scorso giugno 2021, si sentono alcuni dirigenti dei vigili del fuoco dire: “bisogna costruire un sistema nuovo che non avrà nulla a che fare con quello che abbiamo conosciuto sino adesso“; “il calore sviluppato da un’auto elettrica, a parità di autonomia, è doppio rispetto ad una ICE tradizionale“; “il BMS in alcuni casi riesce a fermare il thermal runaway, ma non sempre riesce a farlo“; “quanto vediamo adesso è nulla rispetto a quanto avremo tra 5-10-15 anni, dobbiamo correre“; “una macchina elettrica incidentata conserva tutta l’energia e crea un pericolo di folgorazione“; “le prime linee guida sono da considerare a fogli mobili perché dovranno essere modificate man mano che si imparano cose nuove“; “bisogna formattare i vigili del fuoco“, etc. Invitiamo i più volenterosi a vederlo.

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Di Diritti del malato

movimento per il sostegno del malato attraverso il miglioramento del sistema sanitario.

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